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Smartphone, aparecchio che ci ha cambiato la vita

Tutti noi ormai usiamo quottidianemente gli smartphone, che con la loro perfetta unione tra computer e telefono cellulare, sono diventati un “amico” prezioso. Smartphone deriva dalla parola inglese, che significa “telefono intelligente” trattandosi di un connubio perfetto di tantissime funzioni.

Gli smartphone funzionano grazie a un sistema di base, e poi l’utente personalizza aggiungendo delle varie applicazioni in base alle esigenze dell’uso e della persona. Già negli anni settanta si comincia a parlare di un possibile “matrimonio” tra i computer personali e telefoni cellulari, ma per poterlo tenere tra le nostre mani, dobbiamo aspettare fino agli anni novanta.

I primi modelli

Non tutti però sapiamo chi ha inventato per primo questi apparecchi. Tutti sono convinti che tra i primi sia Steve Jobs e la Apple con i loro famosissimi iPhone. Ma, non è assolutamente così. I primi a uscire con i loro modelli sono la Sony Ericsson, anche se ora grande fama i smartphone cominciano ad avere con la diffusione dei BlackBerry che avevano la possibilità di scaricare e visualizzare vari allegati e file, ma anche di collegarsi all’internet potendo così verificare la propria posta elettronica. Era usato tantissimo da parte dei businessman.

Diciamo che l’evoluzione più grande succede negli anni 2000 quando le connessioni ad internet dalla modalità GSM passano alla modalità UMTS con una velocità elevata. Nel 2007 esce anche io primo iPhone, seguito successivamente dal Samsung e il suo sistema lavorativo Android.
Durante gli anni i smartphone vengono sempre più migliorati e costantemente aggiornati con le nuove funzioni.

Come scegliere uno smartphone

Il Mercato dei smartphone è talmente vasto che chiunque di noi, non esperto specialmente, si perderebbe in un batte d’occhio. Allora, per non perdersi bisogna pensare ad un paio di cose prima dell’acquisto.

Prima di tutto dobbiamo capire per che cosa lo useremo. Solo come uno svago quotidiano oppure anche per lavoro. Molte persone ci lavorano sui smartphone, rispondendo subito alle mail di lavoro, scrivendo e firmando dei documenti e contratti, mandando gli allegati e le photo.
Perché come abbiamo accennato anche prima, insieme allo smartphone ci viene fornita una marea di funzioni incorporate.

Parliamo (tanto per vedere un paio) di fotocamere e videocamere digitali, registratori vocali, connessioni ad internet, chiamate, messaggi tradizionali e messaggi istantanei via web, vari programmi come word, Adobe, sono in grado di riprodurre la musica avendo adiritura le stazioni radio a disposizione, ma anche di vedere la televisione.

Maggior parte di loro oggi giorno sono con la modalità touch screen – senza pulsanti con i numeri e le lettere, ma si preme con il dito o con l’apposita pennina direttamnete sullo schermo dello smartphone. Una volta preso in mano, molto semplice da usare, ma anche molto utile.

Vari modi per rilassarsi e trovare io benessere

La vita di tutti i giorni è diventata talmente veloce, frenetica e stressante, che tornando a casa dopo il lavoro siamo talmente nervosi e stanchi che non riusciamo a goderci neanche quel paio di ore libere che abbiamo a disposizione per trascorrere in pace con la nostra famiglia e i nostri amici.

Siamo talmente persi nella routine che abbiamo perso di vista cos’è realmente importante, cioè io nostro benessere e la nostra tranquillità. Sappiamo tutti che purtroppo gli stress quotidiani di lavoro, lunghe attese in fila dai dottori o uffici pubblici sono da fare, e non possono essere evitati, allora vediamo un paio di tecniche o due, che ci possono aiutare per rilassarci e ritrovare il nostro benessere.

Come si può definire il benessere

Il benessere può essere definito come uno stato mentale e fisico positivo di una persona. Nello stato di benessere la persona si sente felice, rilassata e soddisfatta della propria vita e delle cose che la circondano.

Non ci sono dei pensieri negativi o stressanti e possiamo paragonarlo con uno stato del “Nirvana “. Anche se molte volte possiamo sentire del benessere economico, qua parleremo del benessere mentale e fisico di una persona, e le tecniche di rilassamento per raggiungere tale scopo.

Tecniche di rilassamento

Due tra le tecniche più utili e conosciute per rilassarsi, sono sicuramente lo yoga e la meditazione. Ma, non tutti dopo una giornata stressante hanno voglia di uscire per seguire le lezioni di yoga e meditazione con insegnanti specializzati. Vogliamo solo stare a casa e “scappare” dal mondo almeno per un po’.

Come prima cosa un bagno rilassante con la luce soffusa è una soluzione ottima dopo una lunga giornata. Immergetevi completamente, lasciando fuori dall’acqua solamente gli occhi e la bocca. Vedrete che vi sentirete rinati.

Prendetevi dopo una bella tazza di tè alle erbe (melissa, cammomila) che hanno un effetto immediato sulla nostra mente e il corpo, già dal profumo che possiamo sentire.

Sdraiatevi sul letto, chiudete gli occhi e pensate ai vostri muscoli, uno ad uno pian piano si rilassano e allungano.

Accendete in sottofondo la vostra musica prferita. È ben noto dai tempi antichi, che la musica ha un potere incredibile sul corpo e sulla mente umana Se invece siete dei tipi di persone più attive e atletiche, potete rilassarvi anche all’esterno.

Giardinaggio è un medicinale numero uno per le menti stanche e stressate. Se avete il vostro giardino, potete mettervi a piantare dei fiori è vedrete che bellezza.

Se non avete il vostro giardino, una bella passeggiata in natura o vicino al mare vi ridarà tutte le energie perse durante la giornata. Solo vedere e respirare l’aria pulita, o sentire il rumore del vento, alberi o le onde del mare, è più che sufficiente per ricaricarvi e rilassarvi.

Zaino in spalla e trasporti low cost: ecco chi e’ la figura del backpacker

Certamente ognuno di noi ha incrociato tra le strade delle città del mondo giovani dall’incedere a volte lento e stanco, che in compagnia di un grande zaino colorato sulle spalle, sembrano aver percorso molti chilometri: sono i famosi backpackers, ovvero i viaggiatori con lo zaino, considerati da alcuni comuni turisti, da altri più propriamente i viaggiatori per eccellenza, romantici, solitari, avventurosi, che incarnano i viaggiatori per antonomasia impegnati a vivere intensamente il viaggio.

Backpacker è un termine inglese coniato all’inizio degli anni ’90 che identifica giovani che viaggiano con lo zaino in spalla, ormai diventato tanto popolare sia nella letteratura accademica sia nel linguaggio turistico.
Il viaggio backpacker porta con sé, oltre al caratteristico bagaglio fisico da cui prende il nome, un enorme e variegato bagaglio culturale ed un particolare modus operandi.

Le caratteristiche del backpacking

Il backpacker è un viaggiatore alternativo, che predilige le avventure low cost ed usa come unico bagaglio lo zaino, il famoso backpack. Parallelamente il termine inglese “backpacking” indica un modo di viaggiare del tutto indipendente, non organizzato e fuori dal “percorso battuto”. A volte può esser difficile distinguere “il viaggio” backpacker dagli altri tipi di viaggio, ma e’ possibile identificare tre ampie caratteristiche del viaggio backpacker.

Le due più ovvie sono rappresentate dal periodo di tempo on the road (di solito sei mesi o più, qualche volta anni) e dal modo di viaggio (trasporti e mezzi di sostentamento con un basso budget, viaggi via terra quando possibile e livello di comfort non alto). La terza è la tendenza verso il compito del viaggio, nel quale i backpackers includono caso e buona sorte, in genere basso livello di pianificazione a priori, tabella di marcia non fissa ed apertura verso cambi di piani ed itinerari.

Viaggiare con mezzi locali, dormire in ostello o comunque in alloggi economici, mangiare cibo tipico del luogo e dimenticare ogni forma di lusso, muovendosi con lo zaino in spalla senza alcun programma prestabilito o meglio un programma flessibile: il backpacking è un modo di vivere il viaggio che consente di conoscere i luoghi che si visitano in presa diretta, calandosi completamente nella quotidianità locale e approfondendo la conoscenza delle persone senza alcun filtro.

Un nuovo modo di viaggiare

Non ci sono orari né ritmi forzati in quanto è fondamentale abbandonarsi al flusso vitale e di coscienza che attraversa ogni luogo nuovo, molto spesso oscurato dall’aspetto puramente consumistico del viaggio. Sembra appurato anche che questi viaggiatori globali, più o meno giovani, non solo viaggino per il semplice gusto di farlo, ma spesso studino, lavorino, risiedano nelle comunità locali e per almeno alcuni periodi assumino la regolare routine degli altri residenti permanenti.

Figure come scrittori di viaggio, giornalisti freelance e fotografi che intraprendono la strada del backpacking sono in forte crescita, ma anche tanti studenti, ricercatori e istruttori sportivi si imbattono in questo tipo di esperienza.

Lo stile di vita del viaggiatore zaino in spalla è sotto alcuni punti di vista un esempio: i bisogni sono ridotti al minimo, è generalmente di mentalità molto aperta, quasi sempre incline a fare nuove conoscenze e amicizie, e si adatta facilmente a ambienti e situazioni diverse e non ha pregiudizi o preconcetti su luoghi e persone. Il viaggio quindi non viene più visto in ottica turistica, ma rappresenta un vero e proprio strumento di crescita personale e sviluppo individuale.

Facciamo attenzione al T9 e le parole “previste”

Il T9 significa in inglese (text on 9 keys) o semplicemente detto : messaggiare con 9 tasti. È un software che possiedono tutti gli smartphone ( o telefoni cellulari intelligenti) e che dovrebbero aiutarci con la scrittura prevista e più veloce. Dovrebbero.

Il T9 può essere attivato o meno, a seconda del desiderio di ogni utente. Molti si trovano meglio con la tastiera standard senza le previsioni da parte del nostro “amico intelligente”. Il T9 funziona usando il dizionario interno integrato che comprende più di 40 lingue del mondo. Appena noi cominciamo a digitare delle lettere sulla tastiera, t9 prevede la sequenza e ci suggerisce la parola da scrivere nella parte alta della tastiera. Esiste anche la possibilità che il nostro smartphone memorizzi l’uso più comune delle nostre frasi o le sequenze e ce le proponga durante la scrittura.

Il problema che può sorgere durante la scrittura è il fatto che il t9 finisce già la parola, mentre noi stiamo ancora scrivendo oppure abbiamo digitato solo un paio di lettere. Ma dico io, nessuno ci può leggere la mente, specialmente non uno smartphone, o il personal computer.

Attenzione alle gaffes

Possiamo dire che l’uso del t9 riduce notevolmente i tempi di scrittura. Tutto diventa più veloce, scorrevole, semplice, ma anche più pericoloso. Allora facciamo attenzione durante la scrittura.

Per quanto la tecnologia abbia fatto i passi da gigante, aiutandoci e semplificando la nostra vita frenetica, nello stesso tempo ha dei limiti, perché parliamo sempre di un apparecchio senza la propria mente e cervello. È vero che può prevedere le parole, ma tanto è vero che non sa esattamente cosa vogliamo dire, e spesso e volentieri succede che facciamo delle brutte figure non controllando il nostro “amico intelligente”. Le gaffes sono dietro angolo in agguato, aspettando il loro momento di gloria.

Molto spesso le parole come “speso” e “preso” vengono confuse e scambiate dal nostro amico metallico. Il “problema” suggerito come “emblema ” dal t9 può essere anche abbastanza scherzoso e divertente per noi, gente comune e senza tanta visibilità. Ma questo inocquo problema diventa una gaffe gigante se il t9 decide di fare i scherzi ai politici o comunque alla gente nota e famosa, che spesso posta i propri pensieri sui social.

Una volta sbagliato, si scatena una reazione mediatica, perché si sa che la notizia negativa viaggia più velocemente di quella positiva. Così un software che è stato inventato con l’intenzione di aiutarci, può diventare il nostro nemico numero uno. Bisogna stare sempre molto attenti quando si scrive usando questo tipo di scrittura, proprio per evitare le brutte figure e successive spiegazioni che è colpa dell’era moderna e le sue innovazioni.

La greenhouse dal XVII secolo fino a casa nostra

E’ da sempre il sogno di molti: poter godere del verde del proprio giardino anche in inverno. Chiamati greenhouse in inglese ed orangerie in francese, i giardini d’inverno risalgono al 1800 dove i nobili di tutta Europa facevano a gara per avere il giardino più bello e più verde in tutti i mesi dell’anno. Era un vero e proprio vanto e molto spesso accoglievano piante di origine tropicale come ananassi e banani, molto pregiati a quell’epoca.

Il giardino d’inverno, può essere, ieri come oggi, sia una parte annessa alla casa, diventando così una vera e propria stanza sia un’entità a sé stante che si erge in mezzo al boschetto o al giardino di casa propria. Unico comun denominatore: i materiali. Legno, ferro e vetro, vetro soprattutto. Lo stile può variare da quello più classico e romantico a delle vere e proprie installazioni all’avanguardia tipiche dell’architettura moderna.

Le caratteristiche della greenhouse

Protagonista assoluta è la luce solare che entra dai pannelli trasparenti ed è sicuramente anche di grande utilità in quanto permette di riscaldare la greenhouse in maniera del tutto ecologica.
Inoltre, il calore immagazzinato durante tutta la giornata (si consiglia sempre l’istallazione di una greenhouse con esposizione a sud) viene rilasciato gradualmente al resto della casa durante le ore serali.

Le serre a questo punto si trasformano in camere da letto, in suggestivi corridoi da attraversare o addirittura in sale da pranzo. Si consiglia un arredamento leggero, che lasci spazio al panorama esterno e si raccomandano soprattutto materiali ecologici e naturali come il legno ed il vimini che ben si sposano con i vasi e le piante rampicanti.

Si tratta di avere la natura a portata di mano, potendo stare all’aria aperta a casa propria.
La bellezza dell’ambiente circostante viene ammirata a tutte le ore del giorno e se si è particolarmente “green” il giardino d’inverno è tutto ciò che si vorrebbe avere in casa.

I prezzi per una greenhouse non sono del tutto accessibili: certo dipende dalle dimensioni della struttura, dai materiali usati, come ad esempio l’impiego dei doppi vetri senza dubbio molto più costosi. Nel caso in cui non si possieda lo spazio necessario per una struttura così importante, balconi e terrazze possono essere trasformati in piccoli giardini d’inverno; per una chiusura con copertura vetrata i prezzi variano dai 1200 euro in su.

Quella della greenhouse è una scelta adottata anche da molti hotel e ristoranti di lusso: concedere ai propri clienti di dormire in una serra o fare colazione sotto a grandi vetrate illuminate dal sole.

Ma non soltanto la bella stagione può essere apprezzata all’interno della propria greenhouse: godere del rumore della pioggia stando al caldo a casa propria, non è privilegio di tutti.
La greenhouse, di qualsiasi forma e dimensione, diventa luogo terapeutico in cui vivere davvero a contatto con la natura: di certo è da prediligere un ambiente in cui privacy e riservatezza non vengano violati.

Insomma, se si possiede lo spazio necessario, la greenhouse può diventare uno spazio vivibile e perché no un bell’ osservatorio da cui ammirare le stelle nelle notti limpide stando seduti sul divano di casa propria.

Il flexitariano: veg, ma con carne!

Si sente spesso parlare di vegetariani, vegani o fruttariani. Negli ultimi anni, in particolare nel mondo occidentale, questi stili di alimentazione sono diventati sempre più in voga e celebrati sopratutto da personaggi famosi, ognuno con il proprio credo, ognuno con la propria dieta.

A partire dagli anni ’90 e quindi in tempi relativamente recenti , è apparso sulla scena delle “diete del momento” il termine flexitariano. Vorreste diventare vegetariani, ma non riuscite proprio a fare a meno di una bella bistecca? “The Flexitarian Diet” (titolo anche del celebre libro di Dawn Jackson Blanter che tratta appunto dell’ argomento) fa proprio al caso vostro. Questa dieta infatti conserva tutti i vantaggi del vegetarianismo senza però privarsi di carne e pesce.

L’ origine del termine deriva dalla fusione delle parole “flessibile”e “vegetariano”. Il flexitariano infatti è il vegetariano part-time, che segue per la maggior parte del tempo una dieta a base di verdure, frutta, legumi e cereali concedendosi (qualche volta) lo sfizio di un bel barbecue in giardino.

I flexitariani ben sanno che è meglio consumare poca carne e fanno di tutto per portare a termine questo proposito senza però schierarsi nel rigido esercito di uno specifico stile alimentare. Possiamo affermare che più che le porzioni di carne o di pesce consumate, ciò che davvero è peculiare della dieta flexitariana, è l’integrazione di numerosissimi alimenti vegetali, non propriamente diffusi nella normale dieta come legumi, frutta secca, semi e cerali.

Mangiare al ristorante o a casa di amici non rappresenta di certo un limite per il flexitariano che sa adattarsi ad ogni tipo di situazione. Il vegetarianismo, ma ancor di più il flexitarianismo è quindi un modo sano di mangiare ed è anche economicamente conveniente. Lo sanno bene le nostre mamme: carne e pesce sono i cibi che incidono maggiormente sulla spesa al supermercato. Essere flexitariani quindi è il giusto compromesso tra il portafogli e la bilancia.

Il parere degli esperti

Numerosi sono gli studi condotti sui benefici di una dieta a base di alimenti di origine vegetale. È stato dimostrato che i vegetariani vivono quasi quattro anni in più rispetto ai “mortali” onnivori e solitamente hanno un peso corporeo inferiore alla media della popolazione.

Blatner, l’ autrice del libro sopra citato, afferma che un individuo, adottando questo tipo di dieta, può arrivare a perder più di dieci chili nell’ arco di sei – dodici mesi. Gli esperti sono unanimi nell’affermare che la dieta flexitariana presenta un approccio al cibo di tipo equilibrato: questo tipo di dieta ci fa capire che non è necessario fare rinunce estreme e diete ferree per poter perdere peso e stare bene con il proprio corpo.

Cosa mangia un flexitariano?

Nel suo libro Blatner presenta 100 ricette con annessi valori nutrizionali: è possibile mangiare praticamente di tutto e si può scegliere il rapporto calorico giornaliero che più si addice al proprio corpo, tra 1200, 1500 e 1800 kcal.

La dieta flexitariana promuove quindi la riduzione del consumo di carne e non la sua completa eliminazione: apporta un giusto equilibrio favorendo e promuovendo il consumo di prodotti freschi, biologici e di stagione che possono anche essere riposti nel freezer o nella dispensa. La carne finisce quindi per ricoprire, nella dieta felxitariana, un ruolo sempre più marginale, da companatico a contorno, rinunciando per sempre al suo millenario ruolo di protagonista delle tavole.

Cose da sapere sulla Croazia

La Croazia, stato dell’Unione europea negli ultimi anni è diventata una meta inevitabile per turisti da tutto il mondo. Confina con la Slovenia, l’Ungheria, la Serbia, Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro. Adagiata sul mar Adriatico è una perla di bellezza invidiabile.

Con una popolazione di circa 4.300.000 abitanti e la superficie di 56.595 km2 è entrata dentro il cuore di chiunque l’abbia mai visitata. La sua capitale è la Zagabria, mentre la città più grande della Dalmazia è Spalato. Conosciamo questo splendido paese da vicino.

Le bellezze naturali

La Croazia offre tantissime cose da vedere e visitare. Dalle pianure intorno alla città di Zagabria, la zona montuosa delle Alpi Dinariche, la costa adriatica che comprende ben 1.185 isole (solo 50abitate) e dieci parchi nazionali. Affacciata sul mar Adriatico,la Croazia, durante l’estate diventa uno scenario unico.Piena di turisti, navi da crociera, vari concerti e festival di ogni tipo, questo piccolo paese diventa paradiso per le vacanze.

Le mete preferite sicuramente sono una delle isole che hanno ancora conservato auel fascino mediterraneo di vecchie case in pietra, pescatori, natura e pace. Per i turisti che preferiscono invece un po’ più di movimento, non possono mancare la città di Spalato, Dubrovnik e Zara. Le Città di Spalato e Dubrovnik negli ultimi anni sono diventate famose anche per il fatto che una delle serie TV più famose degli ultimi anni (Il trono di spade) è stata girata proprio lì.

In quelle città che hanno più di 1700 anni respirerete l’aria degli imperatori romani come Diocleziano che a Spalato ha costruito un enorme palazzo per trascorrere la sua vecchiaia. Se vi trovate a Spalato a luglio, non mancate all’Ultra festival, tre giorni di musica elettronica ed alternativa con ospiti e dj da tutto il mondo. A Dubrovnik fatevi un giro sulla muraglia che circonda la città. Sarà un esperienza unica che vi lascierà a bocca aperta.

Un altra città della Dalmazia che dovreste visitare è anche Zara. Famosa per gli organi suonati dal mare. È una scultura fatta a forma di scale con i buchi dentro e che scendono nel mare. Le onde e le maree entrano dentro i buchi e la natura crea una musica única e angelica. Un altra cosa da vedere è anche cosidetto “saluto al sole” . Sono le luci fotovoltaiche che la notte creano uno spettacolo di mille colori per terra.

Per gli amanti del clima un po’ più fresco, potete visitare il capoluogo Zagabria. È la città più grande della Croazia. Noterete la grande differenza di culture che hanno lasciato i popoli predecessori, e la loro influenza nelle città del nord e del sud. Al sud l’influenza è della Serenissima e romana mentre al nord austro-ungarica.

BlaBlaCar e la nuova era del ride sharing

Sia per andare a trovare un amico in un’altra città, sia di ritorno a casa per le vacanze, molte volte sarà capitato di essere costretti a spostarsi in treno e di averlo trovato o troppo costoso o del tutto esaurito.
Se rientri tra gli 11 milioni di utenti iscritti a BlaBlaCar, non incontreresti alcun tipo di problema: prenderesti il tuo smartphone, apriresti l’app del servizio, ti metteresti in contatto con il primo conducente disponibile (e affidabile) e in pochi istanti prenoteresti il tuo viaggio.

Se invece sei ancora tra coloro che non hanno mai usato o sentito parlare del ride sharing, dopo aver letto questo articolo conoscerai tutto ciò che di più importante c’è da sapere. BlaBlaCar è un servizio di ride sharing che offre di condividere il passaggio in auto tra conducenti e passeggeri: le spese del viaggio (benzina e pedaggio) vengono condivise, si fanno nuove amicizie, si riduce il numero di auto in circolazione e, con loro, le emissioni di CO2 nell’aria.

L’idea è nata nel 2003 grazie ad un giovane francese, Frederic Mazzella, che ha saputo trasformare un problema, in una grande idea di successo. Dovendo tornare a casa per le feste di Natale e non trovando alcun posto in treno, Mazzella, fu costretto a chiedere un passaggio alla sorella: durante il viaggio si accorse che tutte le auto erano, ad eccezione del conducente, completamente vuote mentre i treni sovraffollati. Fu così che pensò: “Perché non riempire le auto di mezza Europa con utenti ad un prezzo contenuto?

Noti a tutti sono oggigiorno i prezzi dei biglietti dei treni : con il ride sharing un viaggio Roma – Milano viene a costare circa 30 euro, mentre per attraversare tutto lo stivale i prezzi variano da 60 a 70 euro per tratta. Il ride sharing è una vera e propria alternativa al treno, è l’autostop del terzo millennio a basso costo e”social”.

BlaBlaCar: Istruzioni per l’uso

La facilità e la chiarezza del sito sono la chiave del successo del “social travel” più famoso d’Europa: una volta inseriti punto di partenza e di arrivo, è possibile contattare il conducente, controllare i feedback e i relativi commenti degli altri utenti, in modo da essere sicuri e viaggiare in tranquillità (da poco è disponibile anche BlaBlaCar “Viaggio Rosa” dedicato esclusivamente ad utenti di sesso femminile).

Inoltre si può verificare la loquacità dei propri compagni di viaggio con l’indice di BlaBla (che tra le altre cose da il nome a questo servizio) scegliendo quindi in base alla “parlantina”. Per tutti quelli che, invece, offrono il passaggio, inseriscono il proprio annuncio sul sito indicando il prezzo (di solito BlaBlaCar consiglia una fascia media in base alla tratta e al tipo di comfort del viaggio), i dettagli dell’auto e le proprie caratteristiche (tipo di guida, animali ammessi o no, fumatori consentiti etc..)

Un successo che cresce negli anni

Inizialmente, come afferma lo stesso Mazzella, non tutti erano convinti di questa idea: le banche chiedevano garanzie e dicevano che il ride sharing non avrebbe mai funzionato in una società individualista come quella occidentale: invece la gente, grazie soprattutto alla rete di connessioni disponibile oggi, dallo smartphone ai social, ha iniziato a condividere il viaggio e, vuoi per la crisi, vuoi per i continui tagli al settore del trasporto pubblico in Italia e in Europa, si è ritrovata ad offrire o chiedere passaggi su internet.

Non solo spiantati studenti fuori sede, ma mamme, turisti, lavoratori e nonni (oltretutto da un sondaggio è emerso che in Italia solo il 30% degli utenti BlaBlaCar è senza lavoro). Il ride sharing insomma, funziona e anche bene e quella di condividere la propria auto o di lasciarsi dare un passaggio, è una scelta giusta e intelligente che fa bene a noi, agli altri e all’ambiente.

La Rainbow Family e i suoi Gatherings: nati da una profezia

Avete mai sentito parlare dei Rainbow Gatherings? Ogni anno in tutto il mondo, dal 1972 fino ad oggi, hanno luogo questi straordinari raduni. Prima però facciamo un passo indietro e andiamo a vedere nel dettaglio che cosa sono.

Secondo un’antica profezia degli Indiani d’America, la tribù’ dei Guerrieri dell’Arcobaleno salverà il nostro pianeta dalla devastazione. Questa tribù’ in cui da sempre la Rainbow Family si riconosce, si riunisce in diverse parti del mondo e seguendo le fasi lunari, celebrano per circa un mese (dalla prima nuova luna a quella successiva) i principi della non violenza e dell’uguaglianza.

Questi eventi, gratuiti, no profit e senza alcuno scopo commerciale, fanno incontrare persone da ogni angolo del mondo, di ogni età, sesso razza e religione: seppur di respiro hippie, tutti fanno parte della comunità: da artisti di strada a famiglie con bambini, dai backpackers ai sostenitori della corrente new age. Tutti insieme per vivere in una comunità lontana dal consumismo e dal capitalismo.

La Rainbow Family è aperta a tutti senza alcuna differenza: è una non organizzazione senza leader o organizzatori. Il popolo Arcobaleno è senza capi e le decisioni vengono prese in base al consenso generale, mostrando sempre rispetto nei confronti dell’altro, tollerandolo e avendo sempre cura del Cerchio che, per la comunità, rappresenta il sacro simbolo della vita. Tutti partecipano liberamente alle attività in qualità di membri della famiglia e si collabora volontariamente (dall’organizzazione alla pulizia alla somministrazione dei pasti).

I partecipanti dei Rainbow Gathering ricercano in questi eventi uno stile di vita autentico, empatico e a contatto con la natura: ogni comodità tipica del mondo moderno è abolita: né luce, né acqua corrente per non parlare di internet, telefoni e automobili. Si a bici, coperte, alimenti naturali, candele e soprattutto abbracci e connessione con il mondo dell’altro non mediato da alcun mezzo. Il vivere vero e autentico.

Solitamente gli incontri vengono organizzati in luoghi immersi nella natura, difficili da raggiungere così da assicurare quella riservatezza e quella tranquillità che contraddistinguono da sempre questi eventi.
La vita durante tutto l’evento scorre in maniera tranquilla, senza fretta e senza impegni. Il tempo è scandito solamente dai rituali di meditazione, dallo yoga, dal pranzo comune condiviso, dai balli intorno al fuoco e dal ritmo dei tamburi, il suono madre della terra.

I consigli da seguire durante i Gatherings

Ci sono diverse regole da seguire, ma a ognuno è lasciata la piena libertà di scegliere ciò che vuole. Si tratta quindi più che altro di consigli da poter seguire e non da dover rispettare alla lettera: insomma vige la più completa tolleranza. Nel dettaglio le regole dei Gatherings sono le seguenti:

  • Nessun tipo di commercio è ammesso all’infuori del baratto
  • Gli unici soldi ammessi sono quelli comuni che vengono offerti e raccolti nel “cappello magico” per procurare cibo per tutti e soddisfare il bisogno di tutti: non è necessario pagare per mangiare, ognuno contribuisce secondo quel che possiede
  • Non sono ammessi droghe, alcool, materiali chimici ed elettronici
  • La cucina strettamente biologica è di tipo vegano

Il primo Rainbow Gathering si è tenuto, come già’ detto, nel 1972 in Colorado per proseguire poi in altre parti del mondo come nel 1999 in Australia e nel 2010 in Messico.
Per tutti coloro che non possono partecipare agli appuntamenti internazionali, esistono raduni più ristretti che si ripetono ogni mese in vari continenti.

Giardino Zen in casa nostra

I giardini Zen e la loro idea proviene dalla cultura e credenza giapponese che vede nel giardino un anima viva che ci può aiutare o meno nella nostra vita e quotidianità. I giardini Zen sono molto diversi rispetto a giardini tradizionali ai quali siamo abituati noi, ed ogni singolo elemento in esse ha un significato particolare.

I giapponesi credono che il giardino Zen deve essere cresciuto e coltivato per proteggere la persona, la sua felicità è il suo benessere. Tutto ciò dipende da come piantiamo gli alberi, che tipo di piante usiamo, dove è quanta acqua usiamo, l’uso delle pietre e sabbia decorative e il movimento del rastrello nella sabbia che può creare dei disegni divini.

Avere un giardino Zen a casa propria vuol dire anche credere in esso e nella energia dell’universo che esso ci può portare. I giardini Zen devono riflettere la nostra serenità, le stagioni e il movimento dell’universo stesso. Importante è curarlo nei minimi dettagli, e adesso vedremo come.

Come coltivare un giardino Zen a casa nostra

Avere un giardino Zen a casa nostra non è così tanto difficile quanto sembra. Importante è seguire un paio di consigli semplicissimi. Gli alberi devono seguire la recinzione creando così una barriera naturale per proteggere la nostra serenità. Devono essere di vari tipi (sempreverdi , con o senza fiori, con o senza il frutto) per portare ogni singolo elemento dell’universo nel nostro giardino.

Evitate le piante con le spine perché sono considerate come piante negative. Importante è avere qualche fonte d’acqua nel giardino. Che esso sia uno piccolo stagno, ruscello o cascata, acqua è considerata come portatrice di benessere materiale, però attenzione. Nelle quantità elevate ed esagerate acqua può portare anche le lacrime e negatività.

Le pietroline di granito e la sabbia sono due elementi che non possono mancare. Le pietroline riflettono la luce del sole e creano così un gioco di luci non indifferente. La sabbia invece deve essere rastrellata finemente, creando così dei disegni stupendi. Importante è non alzare mai il rastrello da terra per non creare le “interruzioni ” che darebbero fastidio all’occhio nudo.

La casa deve essere in mezzo, circondata dal verde. Le mura o le recinzioni metalliche non devono essere visibili, allora per coprirli usate delle piante rampicanti e sempreverdi. La casa deve essere il cuore del giardino stesso, e quando usciamo dobbiamo sentirci la parte della natura, respirare l’aria a pieni polmoni, ascoltare l’acqua che batte sulle pietroline e il vento che danza tra i rami. I fiori di mille colori devono penetrare nella nostra anima e farci capire quanto siamo fortunati di far parte di questo universo. E allora, perché non creare un giardino Zen a casa nostra.